Storia della carta e lo sviluppo dell’industria cartaria dalla storia della carta.
Storia della carta, dall’invenzione nell’antica Cina alla moderna produzione industriale cartaria dell’ultimo secolo.
Le origini Orientali.
Le origini del materiale principe utilizzato in una tipografia tradizionale pongono le radici nell’Estremo Oriente ed in tempi antichissimi. Correva l’ anno 105 d.C. quando il cinese Ts’ai Lu scopre un nuovo materiale adatto alla scrittura, un materiale facile da impiegare ma soprattutto economico da produrre: la carta.
Ts’ai Lu ottiene la carta, dai cinesi chiamata “Tche”, da un processo che prevede l’uso di vecchi stracci, cortecce d’ albero e addirittura reti da pesca in disuso.
Grazie alla semplicità di produzione che fondamentalmente si basava sulla macerazione di materiali di scarto, l’ invenzione di Ts’ai Lu si diffonde rapidamente in tutto l’Impero Cinese, favorendo la diffusione della scrittura dalla corte dell’Imperatore alle classi sociali di rango minore che certamente non avrebbero potuto fruire dei più costosi precedenti supporti ovvero seta e papiri.
La nuova invenzione attraversa i confini dell’Impero Cinese e giunge prima in Corea e poi in Giappone dove nel nel VI secolo d.c. viene introdotta nelle fasi di lavorazione la rafia di gelso, una fibra assai diffusa nel Impero del Sol Levante, fibra che permette un incremento della produzione e una migliore qualità del prodotto finito.
La produzione della carta assume un importate rilevanza nell’ economia Giapponese, la Cartiera Imperiale di Kioto si pone come polo produttivo di assoluto rilievo.
Il difficile esordio in Occidente.
Nell’anno 1100 circa la carta si affaccia sul mercato Occidentale diffondendosi dai Regni Arabi ma si tratta ancora di un prodotto di scarsa qualità incapace di confrontarsi con la costosa pergamena. Addirittura nel 1221 un editto di Federico II vieta infatti l’uso della carta per la compilazione di atti pubblici.
L’enorme vantaggio della carta sembra essere la sua elevata economicità, che permette a commercianti veneziani e genovesi di ritagliarsi un ingente fetta di un mercato che comunque si stava evolvendo. Ma nel 1268 che avviene un grosso passo avanti: a Fabriano nelle Marche viene ideato un nuovo sistema produttivo che consisteva in multipli magli azionati da un albero a camme azionato da energia idraulica (assolutamente da visitare il Museo della Carta di Fabriano).
Il prodotto ottenuto presentava una qualità eccezionale per l’epoca, con costi di produzione ancora più bassi. Fabriano e la zona occidentale del Lago di Garda diventano i principali punti di riferimento in Europa per la produzione cartiera, garantendo il monopolio della produzione cartaria all’ Italia per tutta la seconda metà del XIV. La Germania e la Francia implementeranno la produzione di carta a “basso costo” solo in seguito.
Sviluppo incessante dalle “macchine olandesi” alle wowe paper.
Siamo nel XVII secolo, gli stracci sono ancora la materia prima da cui si ricava la carta, in Olanda si comincia a raffinare le fibre utilizzando un cilindro dotato di lame che, ruotando all’ interno di vasche, sfilacciano e raffinano le fibre. Sono le “macchine olandesi”, con questo sistema la carta ottenuta è più bianca ed omogenea.
La costante evoluzione tecnico-scientifica e la comparsa di nuove invenzioni spostano temporaneamente da un paese all’ altro la leadership industriale nel settore della produzione cartaria. L’ introduzione delle “macchine olandesi”, avvenuta nel 1750, viene presto superata dalla tecnica britannica detta “wove paper”, inventata da John Baskerville, tecnica che permetteva di ottenere un prodotto privo dei segni della vergatura.
La “wove paper” garantisce all’ Inghilterra mezzo secolo di monopolio fino a quando il primato attraversa la Manica e passa alla Francia: siamo nel 1798, Louis-Nicolas Robert brevetta la “machine à papier à long” letteralmente “macchina per fare una carta lunghissima”. Il brevetto del dispositivo viene acquistato dal francese Didot Saint-Léger, perfezionato successivamente da suo cognato Gamble che a sua volta brevetta in Inghilterra il risultato della sua ricerca.
È a partire da questo contesto che si può parlare di produzione industriale della carta, l’invenzione della macchina a vapore del XIX secolo, la comparsa di sistemi meccanici sempre più perfezionati contribuiscono ad alimentare la crescita del settore industriale cartario, fino alla comparsa di un nuovo problema; la reperibilità delle materie prime. Gli stracci costituivano ancora il componente primario della pasta da cui si ricavava la carta.
L’ introduzione della pasta di legno.
Ci spostiamo in Germania nel biennio 1844-46 Federico Gottlob Keller e Heinrich Voelter iniziano a produrre carta partendo dalla pasta di legno, abbandonando gli stracci. Grazie a questo fondamentale passo ed all’ incessante sviluppo di nuove e sempre più efficaci tecniche di stampa, i costi sono ulteriormente abbattuti, la carta adesso è un bene di consumo di massa e tutto ciò permette la graduale alfabetizzazione della popolazione europea.